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Ueber deutsche Runen ("Sulle rune tedesche"), pubblicato nel 1821, s'inserisce nell'intento di produzione globale dei fratelli Grimm di scrivere un'ideale storia della letteratura (e della cultura) nazionale tedesca che facesse sentire ai Tedeschi, non legati da uno stato unitario, di costituire comunque un unico popolo. L'opera si prefigge un duplice scopo: dimostrare che anche presso le popolazioni germaniche continentali era stata impiegata in passato la scrittura runica, sebbene soltanto fonti letterarie secondarie e non fonti primarie, vale a dire iscrizioni runiche, confortassero tale ipotesi; fornire un manuale di runologia, una trattazione a tutto campo, secondo le conoscenze del tempo, della scrittura runica. L'impostazione prettamente germanistica e l'impianto comparatistico-diacronico costituiscono i presupposti metodologici (non esplicitati) che guidano l'analisi: delle attestazioni latine della scrittura runica negli autori classici e alto-me-dioevali; dell'affinità tra la scrittura runica e l'alfabeto gotico; dell'origine e dei nomi delle rune; del significato e dell'etimologia del termine runa nelle lingue germaniche; dei runica manuscripta; delle rune epigrafiche; del confronto tra le diverse tradizioni runiche; dei poemetti runici; del possibile impiego delle rune per la divinazione. La traduzione è preceduta da una prefazione del runologo tedesco Klaus Diiwel.